Ebbene sì, l’articolo che inaugura la stagione del Budrio femminile proviene da una new entry.
Visto che ho delle colpe da espiare, mi sono sentita di aiutare il maratoneta Baldini nell’aggiornamento del sito; ho pensato quindi di iniziare affrontando l’argomento più pertinente per il periodo: la tanto temuta preparazione atletica.
E così, dopo un’estate volata tra ferie, memorial e tornei vari, rieccoti in palestra, ancora bella abbronzata, carica e piena di aspettative per la stagione che sta per iniziare.
Quest’anno hai preso una strada diversa: la palestra in cui entri non è la solita, così come non sono le stesse le facce di chi ti accompagnerà nel corso della nuova stagione; così arrivi, fai un timido saluto generale e speri di aver fatto la scelta giusta a giugno (stessa speranza nutrita peraltro dalla squadra che ti ha accolta!).
La carica iniziale tende a scemare più o meno dopo i primi 3 giri di corsa, quando la tua mente ricorda i due mesi precedenti, e cominci a maledire quell’estate passata a suon di cene di pesce, di mojito e di 4 del mattino, quando tenevi a bada la tua coscienza pallavolistica dicendo “vabbè dai domani gioco un po’ a beach così mi tengo in allenamento”; di partite alla fine ne hai fatte sì, però a carte, magari fumando delle paglie! E allora ecco che il tuo coach ti riporta subito sulla terra col suono di quel fischietto che ti perseguiterà per tutto l’anno…ah sì, quando fischio 30 addominali, così aveva detto. Mentre fai gli addominali guardi in faccia le tue compagne, leggi la fatica sui loro volti e capisci che probabilmente avete passato la stessa estate, solo in posti diversi; così, anche se sei nuova e ancora tutti i nomi non te li ricordi, le senti già un po’ più vicine.
Se ti va fatta bene, il tuo allenatore non ha sposato quella scuola di pensiero per cui le prime settimane la palla non si tocca, ma è uno di quelli che ha capito che se ti dà un pallone in mano poi può farti fare qualunque tipo di esercizio, perchè tanto a chiunque ti chiederà come sta andando la preparazione risponderai “beh dai non male, abbiamo già toccato la palla”.
Questa frase sarà regolarmente smentita durante allenamento da affermazioni del tipo “adesso vomito”, “ma chi me l’ha fatto fare”, “domani non mi muovo”, “l’anno prossimo vado a giocare a bocce”, e allora capirai cosa intendeva tua nonna quando diceva che tutto il mondo è paese…perchè in qualunque squadra tu sia, ad ogni “ragazze mercoledì gradoni” corrisponde un “ma un bagherone no?!” uguale e contrario.
Comincerai quindi ad entrare nel fantastico mondo delle abitudini delle tue compagne, quelle importanti: i numeri di maglia (sperando ovviamente che il TUO non ce l’abbia nessuno), le coppie del riscaldamento, se sono solite portare le paste, se hanno dei posti fissi in spogliatoio, se vanno a mangiare dopo le partite.
Tutte le domande che ti sei fatta il primo giorno troveranno pian piano risposta, e in un batter d’occhio sarai già a quella tanto attesa sera prima della prima di campionato, descritta da Baldo qualche articolo fa e che, vi assicuro, per le squadre femminili non è poi così diversa.
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